Carbonara, tradizioni e origini

Il 6 Aprile è il carbonara day, e non c’è modo migliore per festeggiare che con un bel pranzo con gli amici, a casa di Giò. Giorgio, è indubbiamente, uno dei migliori chef della capitale, che con “solo” 21 tuorli, tanto pecorino e guanciale, pepe e un 1,5kg di pasta ci ha preparato una Super carbonara, degna di stare nel menù delle migliori trattorie romane. Che i Romani siano i migliori a cucinare la carbonara è ormai risaputo. È come se nascessero con la ricetta già fra le mani. Tante volte ho provato a farla, ma niente, non mi viene mai come a loro. Fortunatamente, ora che vivo a Roma posso limitarmi, felicemente, a mangiarla. Sicuramente, la carbonara, è una pasta non semplice da preparare, soprattutto quando si è in tanti, ma gli ingredienti semplici e popolari che la compongono, l’hanno portata a diventare un’icona di Roma e dell’Italia. Ristoranti e trattorie fanno a gara per aggiudicarsi il titolo di carbonara migliore, creando versioni alternative e gourmet. L’importante è usare sempre gli ingredienti giusti, pecorino, guanciale, pepe e non metterci la panna, ma è sempre stato così? Non tutti sanno che questo piatto, associato alla cucina romana, romano è solo d’adozione. Esistono diverse leggende e opinioni sull’origine di questa pasta, e tra queste, sembra che gli americani abbiano influito nella creazione di essa e che nella ricetta originale la panna c’era eccome. Il tutto ha portato recentemente gli statunitensi a rivendicare questo piatto così amato da noi italiani, ma ormai si sa che Roma e carbonara sono praticamente sinonimi e difficilmente riusciranno a farci cambiare idea.

ATTENZIONE: Le prossime informazioni potrebbero nuocere ai Romani deboli di cuore. Se rientrate in questa categoria, è consigliato non procedere con la lettura del post.

LA TRADIZIONE E ORIGINE

Il luogo d’origine di questa amatissima pasta italiana non è ben noto. È un piatto che nasce nel secondo dopo guerra, verso la fine degli anni 40’. Difatti nel libro “la cucina romana” di Ada Boni, questo piatto non compare. Le leggende più conosciute al giorno d’oggi, sull’invenzione di questa pasta e l’amata carbocrema, sono tre, e riguardano le aree di Napoli, Abruzzo e Riccione, per poi diffondersi in tutta Italia e principalmente a Roma, dove, con l’evolversi degli anni verrà perfezionata.

  • NAPOLI: La leggenda narra che, a Napoli, nel 1944 le truppe americane, stufe di mangiare la solita pasta, provarono ad aggiungerci la loro “razione K”, una polvere di uova, pancetta e panna liquida, dando così origine a quello che potrebbe essere l’antenato della carbonara, che prende il nome da via Carbonara, dove il tutto ebbe inizio. Già nel 1837, in realtà, nel libro di “Cucina teorico-pratica” di Ippolito Cavalcanti, viene individuata una ricetta che potrebbe essere una possibile antenata della pietanza, una pasta con l’aggiunta di crema all’uovo sbattuto e formaggio. Questo piatto si diffuse poi in tutta Italia, fino a Roma dove la ricetta venne perfezionata e divenne quella che conosciamo noi oggi.

ABRUZZO: Una seconda corrente fa risalire la nascita di questo piatto sempre attorno al 1944, ma in Abruzzo. La carbonara sarebbe l’evoluzione della pasta cacio e ova, che i carbonari era soliti preparare e portare nel loro tascapane. Quando le truppe americane si stabilirono nel territorio aggiunsero il bacon per donare più sapore alla pietanza.

  • RICCIONE: La versione più diffusa di queste leggende, vede come protagonista, Renato Gualandi. Il giovane chef Bolognese nel 1944, creò inconsapevolmente questa pietanza, in occasione dell’incontro tra la Quinta armata Americana e l’Ottava armata Inglese, nella Riccione appena liberata. Servendosi degli ingredienti dell’Armata americana, quali polvere di rosso d’uovo, crema di latte, bacon e formaggio, unii il tutto e all’ultimo aggiunse del pepe nero, che sprigionò un ottimo sapore. Inutile dire che questa pasta riscosse un grandissimo successo e Gualandi seguì le truppe alleate a Roma, in veste di cuoco ufficiale. Qui tra settembre 1944 e aprile 1945 diffuse questo nuovo piatto nella capitale.

La vera storia della carbonara probabilmente resterà un vero mistero, ma credetemi, non importa dov’è stata inventata, una carbonara più buona di quella che mangerete a Roma, cucinata da un vero romano, non la mangerete mai!

PICCOLI CONSIGLI

Mentre Giò cucinava, ho sbriciato nella sua cucina per cercare di capire quali fossero i trucchi per cucinare una vera carbonara. Nell’attesa che Giò mi passi la sua ricetta, ecco alcune piccole cose che ho notato e che da brava milanese non facevo

– Far pastorizzare la carbocrema, appoggiando la ciotola su una pentola d’acqua calda.

– Far cuocere la pasta in acqua pepe e sale

– Tostare il pepe

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