Sta tornando la bella stagione e a poco a poco la minigonna, tanto amata da me, quanto odiata da mia nonna, sta prendendo posto nell’armadio di tutte le ragazze. “Ottavia quella gonna è troppo corta!” è la frase che sono pronta a sentire per le prossime settimane, quando andrò a trovare nonna per pranzo. Nonna spesso ha ragione, quella gonna che indosso non arriva proprio al ginocchio, ma cosa posso farci se ormai non riesco a fare a meno di questo capo creato negli anni 60 da Mary Quant? Sicuramente questa frase in famiglia se la sarà sentita dire pure lei, eppure questo non l’ha fermata dal vestirtisi come preferiva, fino a far diventare questo corto, cortissimo indumento, uno dei più apprezzati e venuti nel suo Bazaar di Chelsea.

Mary Quant nasce in una famiglia di prestigiosi professori universitari della London University, a Blackheat, nel 1930. Studia al Goldsmith College dove si appassiona ai corsi di educazione artistica. In lei comincia sempre più a nascere il desiderio di diventare stilista, idea che si scontrava con il futuro impegnato e impegnativo che i suoi genitori avrebbero voluto per lei. A 16 anni comincia una vita bohemienne a Londra, dove conosce e si innamora perdutamente di Alexander Plunket Greene, un giovane discendente di una famiglia nobile, che Mary in una delle sue interviste per il The Guardian descrive come: “il prototipo di Mick Jagger e Paul McCartney”. I due cominciano una vita fuori dagli schemi, viaggiando e vestendosi in maniera eccentrica e originale. Con l’aiuto di un amico, Archie Mcnair, per il ventesimo compleanno di lui, riescono a comprare una casa. Allestiscono al pian terreno un ristorante, mentre al primo piano trova spazio una boutique : il Bazaar. Mary incoraggiata da suo marito, confeziona abiti per la boutique, tra cui le amatissime mini-skirt, che diventano la moda e il simbolo degli anni 60. King’s Road, dopo l’apertura di Bazaar, diventa una delle zone più alla moda della Gran Bretagna. Indossate con alti stivali bianchi di vernice, sono il capo “must have” nell’armadio di ogni giovane inglese, e non solo, degli anni 60. La minigonna diventa un vero e proprio indumento rivoluzionario, utilizzato dalle donne del tempo come strumento di emancipazione femminile, andando contro tutte le regole imposte da una società principalmente maschilista. Pioniera di questi ideali e di questo capo è Twiggy, una giovane modella adolescente, che fece rapidamente crescere la popolarità della minigonna in tutto il paese. Oggi la storia della minigonna continua sulle passerelle delle fashion week. Mini e Micro, da donna, ma anche da uomo, come possiamo notare nella collezione autunno inverno 23-24 di Ludovic de Saint Sernin. La minigonna non è ancora uscita di scena e rimane iconica in tutte le sue varianti. Nonna ora posso mettermela la minigonna ?
CURIOSITÀ:
– La parola miniskirt nacque in onore della Mini Cooper. Secondo la designer le due andavano perfettamente d’accordo in quanto: “facevano tutto ciò che una donna volesse, erano eleganti, stupende, ottimiste, esuberanti, giovani e seducenti”.
– Nel 2015 è stata istituita una vera e propria giornata mondiale della minigonna che cade ogni 6 giugno, in segno di protesta contro un atto discriminatoria nei confronti di una studentessa algerina, alla quale era stato impedito di sostenere un esame per la sua gonna ritenuta troppo corta.



